Dopo due anni sono ritornato a Barbaresco, piccolo comune nel cuore delle Langhe, è stato ipnotico risalire per le vie, circondati dalle colline trapuntate di vigneti ordinati, carichi di grappoli di Barbera e del principe Nebbiolo.
La visita in questo territorio è stata organizzata dalla delegazione Ais di Brescia, con l’accompagnamento di Nicola Bonera, sommelier professionista molto quotato a livello nazionale.
L’azienda che ci ha ospitati è Produttori del Barbaresco, storica cantina cooperativa che ha avuto nascita negli anni 50.
Siamo stati accolti, in piazza del Municipio, da Roberto, persona appassionata e professionale che ci ha parlato della cantina e del sistema organizzativo della cooperativa, che vede 51 soci iscritti che conferiscono le proprie uve. Gli appezzamenti di loro proprietà vanno da particelle inferiori all’ettaro per arrivare a vigneti superiori a 10 ettari per un totale di 100 ettari vitati.
La filosofia della cooperativa ha come regola ferrea l’acquisto delle uve in base alla qualità e non alla quantità. La qualità è molto alta, i prezzi vanno dai 2 euro al chilo per arrivare ai 5 euro per le uve eccelse.
La cantina ha due strutture indipendenti, nella prima, ubicata in piazza del Municipio, sono posizionate le vasche vinificatrici di inox, di forma tronco-conica e parallelepipeda. La
vinificazione avviene secondo il procedimento tradizionale, mosto in vasca fino a 40 giorni, cappello sommerso e due rimontaggi al giorno, per ottenere una completa estrazione dalle bucce.
A poche centinaia di metri si trova la cantina di invecchiamento, fanno bella mostra di loro
le grandi botti di rovere di Slavonia, da 50 o 100 ettolitri, e, sistemate in stock le bottiglie albeisa coricate per l’affinamento.
Struttura semplice su vari livelli, colonne in cemento armato e muretti in blocchi di pietra a vista, è possibile vedere nel sotterraneo l’affioramento della venatura rocciosa caratteristica di questi luoghi, la marna tortoniana, argilla e calcare, dalle caratteristiche tonalità grigio blu.
Pochi luoghi consentono di ammirare questa conformazione geologica, unica di queste terre.
La produzione annua è nell’ordine delle 400.000 bottiglie, i vini ottenuti sono Nebbiolo delle Langhe e Barbaresco proveniente dai nove cru.
In sala degustazione abbiamo potuto apprezzare in verticale dei Barbaresco 2009, 2008, 2007 Montefico riserva, vini eleganti, complessi, fruttati , speziati, fragranti al palato.
Pranzo presso il ristorante Rabajà, anche qui un piacevole ritorno, il menu: insalata con noci, risotto al Barbaresco, fettine di vitello con salsa alle nocciole, dolce morbido alle nocciole con crema allo zabaione.
Ovviamente i vini abbinati di Produttori del Barbaresco, Langhe nebbiolo e Barbaresco base 2007, servito da una bottiglia Jéroboam (3 litri).
Tutto delizioso, dolce richiamo delle Langhe. Chi ci è stato ci ritorna.