Una terra, un vino: Borgogna, Pinot Noir

10/02/2014 Un piacevole viaggio in Francia

 

La scheda

Un breve excursus nella regione di Borgogna patria di un vitigno particolare, esigente e molto delicato il Pinot Nero. Da più di duemila anni, ai tempi dei romani qui lo si coltiva, i depositari di questa grande tradizione vitivinicola furono i monaci, grazie alla loro perseverante azione tramandarono e ne mantennero le peculiarità.

Dopo la rivoluzione francese, i beni appartenuti al clero furono parcellizzati in tanti piccoli lotti, poi assegnati a diversi proprietari. A differenza di Bordeaux la classificazione dei vini , nel secolo scorso , fu attribuita in relazione alle qualità dei vini e non al nome delle aziende. Ogni singolo produttore fa il proprio vino, rendendolo unico e inimitabile, la creatività personale caratterizza ogni singola produzione che quindi non risulta standardizzata ma esclusiva.

L'ordine decrescente è Gran Cru, Premier Cru, e Village.

Questa classificazione può dare origine a dubbi e perplessità in quanto premia il vigneto, che come detto può essere di proprietà di numerosi vignaioli, ognuno portatore di innovazioni, metodologie di produzione e modalità di lavoro più o meno ortodosse. In sintesi due vini provenienti dallo stesso vigneto fregiato come Gran Cru, potrebbero avere caratteristiche opposte in termini di qualità in bottiglia perché prodotti da due vigneron diversi.

Le uve coltivate in Borgogna sono essenzialmente due, Pinot Noir e Chardonnay vinificate in purezza, il primo solo in questa zona sa esprimersi a livelli eccelsi dove vite e terroir hanno raggiunto una integrazione ideale ottenuta nei secoli, mentre lo Chardonnay, essendo un vitigno presente, con successo, in tutto il mondo, non ha trovato particolari problemi di adattamento.

Nella cantine della Borgogna, va ricordato, che sono partiti i primi procedimenti di fermentazione malolattica in legno, per poi diffondersi ovunque.

Il Pinot Noir è un vitigno particolarissimo, il vino che se ne ricava può emozionare o deludere. Leggero, poco colorato, con una buona acidità e alcolicità, ma con tannini non sempre evidenti.

La complessità dei profumi è la vera forza di questo vino, risulterebbe addirittura banale se venisse a mancare questo connotato, in degustazione al palato risulta scarico di aromaticità creando quasi sconcerto e incredulità avendo ancora nelle narici la molteplicità degli aromi all'esame olfattivo.

La nota di degustazione:

Corton, Domanine du Chateau de Mersault, Gran Cru, 2009, prodotto nella Cote de Beaune, Pinot Noir 100%, unico Gran Cru di rossi della regione.

Colore scarico, con unghia aranciata, al naso esplosione di profumi in una lunga persistenza, i terziari spiccano, cuoio, nota animale, muffa, pepe nero, liquirizia, frutta rossa. Al palato perde molto dello spettro olfattivo, persistenza breve, tannino presente non prevaricante, comunque dolce e rotondo. Un vino equilibrato, armonico, di corpo sicuramente pronto. Da bere ora o entro tre/quattro anni, il Pinot Noir non è longevo.

Abbinamenti indicati sicuramente cacciagione selvatica in umido con polenta, formaggi stagionati e sapidi, risotti elaborati.

 

www.mersault.com